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ENNESIMO SUICIDIO NELLA C.C. DI SALERNO 

 Stamattina, verso le ore 06:30 una detenuta ristretta nella casa circondariale di Salerno, si è tolta la vita impiccandosi alla finestra della cella. La donna di anni 44, Italiana della provincia di Salerno, è stata immediatamente soccorsa dal personale di Polizia Penitenziaria operante e dal personale sanitario, che ancora una volta, hanno dimostrato un tempismo e una capacità operativa, degna di una grande preparazione professionale. A darne notizia è Daniele Giacomaniello, Segretario Regionale UIL PA Polizia Penitenziaria che aggiunge: Nonostante la grave carenza di personale, da tempo denunciata da questa Organizzazione Sindacale e fortemente messa in discussione dall’Amministrazione Regionale Campana e Centrale, costringendo di fatto tutti gli operatori di Polizia nell’ambito del servizio, a carichi di lavoro insostenibili e talvolta, a funzioni che non rientrano nel ruolo, la gestione dell’istituto Salernitano, comunque, se pur ai limiti della tolleranza, riesce in qualche modo a garantire i servizi minimi d’istituto. Ma questo, solo grazie al grande senso di responsabilità e appartenenza, di tutto il personale operante. L’episodio verificatosi infatti, continua il sindacalista, è l’ennesimo campanello dall’arme rispetto ad un sistema lavorativo che non è orientato a scongiurare il rischio suicidario, perché le problematiche legate alla prevenzione del suicidio, richiedono una progettualità con l’impiego di diverse figure professionali, che di fatto ed in modo efficiente, attengono agli aspetti sanitari, sociali e culturali della popolazione detenuta. Bisognerebbe rafforzare di pari passo, non solo la Pianta organica del personale di Polizia Penitenziaria della casa circondariale di Salerno, ma anche l’assistenza sanitaria, perché nel campo della prevenzione, c’è quasi un vuoto, provocando naturali conseguenze che possono sfociare in episodi di disordine da parte dell’utenza. Dunque, c’è bisogno di personale specializzato, che affianchi il personale medico in servizio, occupandosi di progetti di prevenzione, oggi praticamente inesistenti o inefficaci, perché il servizio di prevenzione in un emisfero come quello del carcere, deve essere visto con una copertura h 24 e non fino ad una certa ora, anche perché il problema se c’è, esiste sempre e non soltanto per alcune ore.